Residenza dell'Anima

Costruire per generare coesione tra spirito e razionalità. Un’assurdità? No se si pensa al Secolo d’Oro della nostra Storia, il Rina...



Costruire per generare coesione tra spirito e razionalità. Un’assurdità?


No se si pensa al Secolo d’Oro della nostra Storia, il Rinascimento.
Solo attraverso la perlustrazione delle infinite strade della Natura, si arriva all’Uomo…


A me pare che quelle scienze sieno vane e piene d’errori le quali non sono nate dalla sperienzia, madre d’ogni certezza. Le vere scienze son quelle che la sperienzia ha fatto penetrare per li sensi”.


Così scrisse Leonardo, volendo incidere nella Storia il concetto che l’Uomo è creatura piena di dignità perché creatura soggetta ad emozioni e desideri.
L’uomo si colloca all’interno di una coscienza collettiva che si trova a condividere aspettative e problematiche, che possono incontrare risposta solo nell’Architettura.

Questo si comprese durante il Rinascimento… Questo vale ancora oggi.
L’ambiente muta costantemente, così l’uomo deve adattarsi e costruire in modo coerente per fondersi con ciò che lo circonda. Perché non augurarsi per la propria Anima, uno spazio anche in questo Mondo… Oggi… Qui… Ora.
Uno spazio armonioso, spogliato di ogni inutile fronzolo. Uno spazio ricercato, scoperto, creato, e adattato al proprio desiderio,

che avvicini lo spirito alla verità.
L’Architettura è a servizio della Natura, è a servizio dell’Anima di ognuno di noi. Complesso comprenderlo? Beh la nostra giornata è scandita da spazi architettonici più o meno sensati, che ci costringono a sforzi più o meno percepibili. Ce lo domandiamo mai? Lo osserviamo mai? Proviamo mai a pensare se quel parco giochi non avesse quei tombini in ghisa nel mezzo, proviamo mai a soffermarci ad osservare se un paesaggio è realmente favorito e valorizzato, dalle costruzioni che lo arginano?

La risposta è no, non lo facciamo. Non siamo stati educati in questo modo. Difficilmente arriviamo ad alzare gli occhi anche in strade o vicoli che percorriamo tutti i giorni. La nostra Anima è troppo distratta da tutto ciò che ci appesantisce, siamo quindi inevitabilmente spaventati dagli elementi che ce la possano far avvicinare e riscoprire.

Peccato.
Io credo che si possa e si debba aspirare e pretendere di vivere la propria vita veramente, assaporando qualunque sensazione, e farlo all’interno di spazi coerentemente elaborati, può solo risvegliare i nostri sensi.

La nostra Anima lo chiede, ne sentiamo profondamente il bisogno, ma assecondarla significa distinguersi.

Troppo deve essere il coraggio che spinge all’apertura?


r.b.

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