Scontare la cultura

Si in Italia si può. Si mette sul medesimo piano il lavoro materiale con la produzione intellettuale. Si richiede senza pensarci troppo l...

Si in Italia si può. Si mette sul medesimo piano il lavoro materiale con la produzione intellettuale. Si richiede senza pensarci troppo la miglior scontistica, sempre al ribasso, credendo di comprare cultura come si compra il mattone. Se si continua a deprezzare questo aspetto della struttura di un paese la crisi non potrà altro che volgere al culmine; essere sempre più nera. Ci si aspetta con convinzione un risultato eccelso sottopagandolo? A voi pare un'equazione che sta in piedi? Io vedo qualcosa di insano e distorto nell'apparente cecità di fronte a qualità e diversità palesemente riconoscibili. Ho creduto, sbagliandomi, che ci fosse la possibilità di un'intrusione nell'ordine stabilito delle cose. Ho creduto che ci fosse bisogno del mio grande impegno ed intuizione per sovvertire un binomio che ad oggi trovo ancora stonato: la qualità si paga a caro prezzo!  Ho tentato invano di offrire l'equità tra l'idea, la buona idea, e il giusto costo per realizzarla  restando infine con un pugno di mosche. Sovente ho incontrato chi preferisce pagare di più pur di ottenere la sua malsana idea fuori dal tempo e perché no pure fuori dal luogo: il provenzale ( uno tra i tanti ).  Non possiamo stupirci se vediamo qualcuno pagare 4000 € per un cassettone in stile e poi lo stesso scialacquatore storce il naso se gli viene detto che il progetto d'interni di un architetto gli verrà a costare € 5000. Allora dobbiamo domandarci qui ed ora: quanto vale la cultura? Io una mia idea me la sono fatta. Ma preferisco rispondervi con i nuovi parametri del  ministero  che determina i compensi professionali con  una semplice e chiarissima espressione.

CP=V*P*G*Q

m.t.

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