Collega io credo in te!

Caro Collega, ti scrivo con il cuore in mano perché da sempre condividiamo lo stesso destino. All'università ci hanno fatto ingolos...

Caro Collega,
ti scrivo con il cuore in mano perché da sempre condividiamo lo stesso destino. All'università ci hanno fatto ingolosire presentandoci bellissimi progetti, unici, in luoghi ameni concepiti dagli dei dell'olimpo. Noi ingenuamente abbiamo creduto che usciti di là la strada sarebbe stata tutta in discesa e già dal primo anno saremmo stati chiamati a progettare la nostra casa Farnsworth, la nostra Fisher house o magari la versione nostrana della casa sulla cascata. Collega ci hanno gabbato ed il danno è irreparabile per il semplice fatto che ci siamo inariditi e schiacciati sotto il peso dell'anonimato non riusciamo a risalire la china. Tutto è contro di noi dal committente che mai capisce i nostri altissimi argomenti, le istituzioni che non approvano la nostra lungimirante proposta e l'impresa che non esegue a regola d'arte le nostre direttive.
Ma tu caro collega non avere timore, non sei solo, IO da sempre credo fermamente in TE!

Ti credo quando sostieni che la mia proposta di progetto denominata PrimaCasaPassiva è un fake perché capisco che ti è difficile comprendere la diversità di qualcosa che non vedi mai nel territorio dove abiti. Hai visto qualcosa di simile solo su una rivista ed era costruita in Islanda o chi sa dove. Fidati che io credo davvero nella tua buona fede quando sgrani gli occhi e dici: " impossibile questa PrimaCasaPassiva, da paladino dell'architettura devo smascherare questa bufala ".

Strano a dirsi ma io credo in te perché quando cerco i tuoi progetti trovo solo il tuo viso abbronzato dopo un vacanza al mare, poi vado a fondo molto a fondo, ti trovo nel gruppo di progettazione di un concorso e mi è davvero facile credere nel tuo sgomento dal momento in cui non ti distingui dagli altri, non rilevo in nessun modo la tua unicità. Collega tu vuoi affossare la mia architettura ma come credi di riuscirci se non ne proponi una tua? Con quale forza pensi di opporti alla tua attuale frustante condizione di architetto non ancora realizzato alimentato da bei sogni e dall'invidia verso quelli che riescono a esprimersi e realizzarsi come progettisti? 
Ti credo quando con forza affermi che è impossibile costruire una casa passiva a 1000 € al mq dato che dalla tua esperienza sul campo sei riuscito con grandi sforzi a costruire a 1067 € al mq chiavi in mano ma in edilizia tradizionale. Mi è facile crederti ritenendo io che l'edilizia sia ormai morta ed è compito dell'architetto riscrivere le regole dell'etica, dell'economia e dell'estetica sopratutto in un momento storico come questo. Il termine impossibile non rientra nel progetto di architettura e la storia è li a testimoniarcelo. Certo è facile credere che tu caro collega possa spendere di più perché scendere e contenere i costi costa fatica dell'intelletto, devi revisionare decine di volte ogni singola parte del progetto lottando con l'asfissiante pressione obbligata delle specializzazioni con il serio rischio che il progetto non sia più tuo, ma dei tuoi consulenti. Sei capace di tenere testa all'ingegnere? Quanto pesa l'ingombrante figura del termo tecnico? La tua idea di architettura sta sempre sopra alle dinamiche dell'impresa costruttrice che si è scelto il committente?

Se ti domandi come siano possibili i miei progetti ti posso solo dire che per me l'architettura viene prima di tutto e una volta concepita l'idea questa rimane pura non scendendo mai a compromessi con quello che viene dopo. Tutto ciò che segue l'idea si adatta e si modella allo scopo di condensare il pensiero primordiale in una costruzione intimamente coerente, mai si verifica una storpiatura del pensiero dell'architettura.
Ti credo se scrivi che io mostro solo bellissimi render e nessun lavoro realizzato dal momento che la visualizzazione della mia idea diventa sempre e senza compromessi un bella fotografia del costruito. Posso credere che per te è davvero difficile distinguere il render foto-realistico dalla realtà quando queste due cose coincidono. Nei miei progetti sono la stessa cosa. Fortunato dirai tu. No io sono perseverante!

Mi risulta molto facile credere nella tua poca forza comunicativa e sai perché? Se cerco i tuoi render trovo solo pochi sterili elaborati privi di carattere. Dove hai lasciato l'energia creativa che avevi sui banchi di scuola? Dove è finita quella energia che mettevi nella ricerca architettonica durante l'esame di laboratorio? Caro collega ti svelo il mio segreto ma che rimanga tra me e te. Io mi sento sempre  
uno studente davanti ad un nuovo progetto, libero dai condizionamenti vincolanti del mondo del lavoro, quando nasce un'idea l'unico ostacolo è la mia cultura architettonica che di volta in volta viaggia altrove per poi ritornare arricchita. Non mi pongo limite alcuno perché una volta disegnata l'architettura esiste; costruirla è un mero fatto tecnico, naturale per qualcuno, insormontabile per molti compreso te.

Caro collega siamo sulla stessa barca, oserei dire sullo stesso piano, la sola differenza rilevabile me la puoi leggere in faccia, diversamente da te non mi giro dall'altra parte quando si tratta di essere nudo e crudo in fatto di architettura. Tu ti fai condizionare troppo da quello che ti circonda, prova a spogliarti di tutto ciò che ti distrae: rincorri e promuovi qualcosa che hai solo tu nelle tue corde. Non ti curare di me a meno che tu non sia lo sceriffo della contea, il certificatore di turno o il padrenostro.
Ora si è fatto tardi ma ti scriverò ancora, io non ti lascerò da solo perché credo in te e ho molto altro da raccontarti!

Con sincero affetto
Márcio

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