Un lavoro da non fare con gioia: l'Architetto

Mi sono domandato spesso quando è nata l'idea di fare l'architetto e perchè! Il primo sentore l'ho avuto durante la scuola super...


Mi sono domandato spesso quando è nata l'idea di fare l'architetto e perchè!

Il primo sentore l'ho avuto durante la scuola superiore dove sono stato costretto a dover scegliere tra l'Accademia delle belle arti (rischiando di finire sotto un ponte) o frequentare la facoltà di Architettura per imparare un mestiere più remunerativo (forse qui ho commesso il mio più grande errore!).

L'unica certezza era quella di saper disegnare molto bene e quindi di essere facilitato ad esprimere le mie idee sulla carta. Che differenza c'è tra fare il madonnaro o l'architetto? 

Nell'incertezza di quei tempi mi sono iscritto ad Architettura. Lì, ho imparato tanto sull'aria fritta, ma nulla sul mestiere dell'architetto. Concluso il percorso di studi tra poche gioie e molti dolori ho dovuto ricominciare da zero, imparando sul campo e in Tribunale come gestire i committenti, procurarsi le commesse, organizzare i cantieri, orientarsi nel labirinto normativo... Dare il giusto valore al proprio lavoro, comprendere le oscure dinamiche della fiscalità, il tutto in estrema solitudine prendendo calci nei denti.

Il carico di tutti questi obblighi dovrebbe non snaturare l'incedere di un architetto. Come mantenersi entusiasti e spensierati nel fare ricerca sull'architettura? Non l'ho ancora capito!

Con il tempo ho invece capito perchè non faccio l'architetto. Non lo faccio per assecondare i gusti dei committenti e i miei. Non lo faccio per promuovere questo o quell'altro prodotto, non lo faccio per lasciarmi imbrigliare dalle normative stringenti e ottuse, non lo faccio nemmeno per seguire un qualche protocollo scritto da altri, non lo faccio per occupare il mio prezioso tempo senza un adeguato ritorno economico. 

Se oggi mi domando un solo buon motivo per cui ancora faccio l'architetto, questo risiede nel mio bisogno impellente di esternare attraverso il disegno il mio personale punto di vista dello svolgersi della vita all'interno e intorno a una architettura, più che edifici mi piace credere di disegnare abitudini, non di imporle ma di stimolarne di nuove grazie alla potenza educativa di una forma d'arte che può essere vissuta e se una vita sana è priva di compromessi mi prefiggo di rendere ogni architettura pura dal suo concepimento alla sua costruzione. Se mi chiedi se sono sempre felice la risposta è negativa, ma la vita è entusiasmante perchè è ricca di contrasti dolci e amari. 

Sta tutto nel saper gustare ogni momento con intensità, coscienti che il lavoro non è totalizzante nella propria esistenza.

You Might Also Like

0 comments